Un giovane uomo alle prese con mille dubbi, esistenziali, filosofici, spirituali, artistici, fa i bagagli e si dilegua alle prime luci del giorno. Quarant’anni fa David Sylvian trovava una prima soluzione ai suoi dilemmi ed entrava, con calma e soavità, all’interno di una dimensione inedita, in cui la canzone si sposa con la rarefazione, le rime sembrano procedere senza sforzo apparente, i ritmi si dilatano e si trasformano in sculture fatte di aria.
Matteo e Davide, soggiogati, oggi come ieri, da spartiti che suonano come un soffio di vento, seguono le orme del fuggitivo, lì dove gli alberi brillano.