C’era una volta la vulgata che vedeva con sospetto i tasti d’avorio comandati da un sistema elettronico e spesso ne raccontava peste e corna, proteggendosi dietro strani e ambigui discorsi legati alla purezza. Ma poi le ruote girano, le prospettive cambiano, i ricordi sbiadiscono e può anche capitare che tutti si stringano in lacrime di fronte alle solite beffe del destino che si porta via troppo presto uno degli alfieri del synth.
Marco e Davide, che sognavano di diventare dei tastieristi, ritornano sull’argomento, ma con un focus preciso. Occhio, anzi orecchio, alle sequenze…