Capricci di appassionati, che qualcuno chiama affettuosamente maniaci, vorticosi fraseggi risolti da poderosi calci nel sedere di prepotenti custodi del poco ma giusto e quindi bello, discussioni da bar con vette dialettiche tipo “Preferisco chi mette la nota giusta al posto giusto”, ma anche da “Sono solo modi differenti di esprimersi”, prima che entri in scena il solito amico intellettuale pronto alla sentenza pilatesca “I gusti son gusti e non si discutono”.
Matteo e Davide, che nel suddetto bar erano entrati solo per prendere un caffè, soggiogati da cotanto fervore, che anima(va) la scena della musica popolare dal 1977 circa, si guardano in faccia, chiamano Federico Romagnoli e gli chiedono: “Ma i musicisti dichiaratamente virtuosi hanno un posto in prima fila nella storia del rock o no?” In attesa della risposta, accendete il metronomo che non si sa mai.