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Chi è Barbara Silbe, giornalista e curatrice molto attiva nel campo della fotografia

Barbara Silbe è giornalista, curatrice, photo editor e a sua volta fotografa. Co-fondatrice e direttore responsabile della rivista di cultura fotografica EyesOpen! Magazine, scrive di cultura, fotografia, tecnologia e turismo anche per il quotidiano Il Giornale, per il mensile Il Fotografo e per diverse altre testate (Il Domani, Arbiter, Style, Auto Italiana, Espansione, Digitalic…). Collabora con le reti Mediaset, per un approfondimento dedicato alla fotografia che va in onda periodicamente dopo il tg Studio Aperto nella fascia oraria serale. Critica, curatrice e esperta di editing editoriale, Barbara è un punto di riferimento del settore grazie alla sua esperienza, ma anche alla sua capacità di leggere ogni evoluzione della fotografia. Il suo blog Nella splendida cornice è ospitato sulla home page del sito del quotidiano Il Giornale. Insegna, cura mostre ed eventi, ha partecipato a numerose giurie di premi fotografici nazionali e internazionali. Tiene sessioni di letture portfolio e tutoring anche via Skype. Cosa non poco rilevante, è un’ambientalista e una viaggiatrice. Barbara Silbe è stata nostra ospite il 31/3 dalle ore 18 alle 19,30 nella trasmissione: “Anno 2021: dove va la fotografia ?” (seconda parte), qui potete ascoltare la registrazione di quanto trasmesso

Domenico Morezzi, il milanese che per 30 anni vendette orologi agli svizzeri

Nel 1937 Domenico Morezzi ha fondato la OISA (Orologeria Italiana Società Azionaria)  a Milano in viale Regina Margherita; poi trasferì i sui laboratori in viale Bligny, 28 ed in seguito ha fondato la FAAO (Fabbrica Italiana Abbozzi Orologeria) con sede in corso Como, 10. Domenico studiò e si diplomò orologiaio a Bienne, in Svizzera. Quando tornò in Italia portò a Milano la tecnologia per fare i movimenti meccanici degli orologi; in OISA ha progettato e costruito diversi calibri, 10& 1/2 , 6&3/4 x8 e tanti altri che vennero montati su orologi di vari i marchi come OISA, XEMEROS, YARI. In FAAO ha progettato 7&3/4, 10&1/2, 11&1/2, 13 linee; tutti ottimi movimenti ad ancora da 17 o 19 rubini, antichoc (Incabloc), oltre al 10&1/2 di cui esisteva anche una versione più economica a coppiglie (gupilles). Fabbricando i pezzi alla FAAO commercializzò altri suoi marchi tra cui: LA PONSINE, LA TORASSE, DAMENTZ, DAMIETZ, CHATELARD e altri; oltre a produrre orologi finiti col marchio dei clienti, ad esempio il NACAR. La figlia e il nipote, Carlo Boggio Ferraris, hanno proseguito l’attività di Domenico Morezzi per 10 anni dopo la morte del fondatore di OISA, fino al 1978, anno in cui la concorrenza degli orologi elettronici e delle meccaniche a basso prezzo stavano avendo la meglio su molti costruttori indipendenti; era un mercato in forte cambiamento. Domenico Morezzi è stato il primo e unico italiano a progettare e costruire in ogni sua parte orologi completi in Italia; i suoi prodotti erano di fascia media ed anche alcune aziende svizzere montavano i movimenti italiani che furono costruiti in circa 4’000’000 di pezzi ed adesso sono piuttosto ricercati dai collezionisti. Per saperne di più ascoltate il nostro podcast: Orologi vintage: investimento calcolato o anacronismo?

Gianmarco Maraviglia, un fotoreporter da approfondimento

Nato a Milano nel 1974, mostra molto presto un vivo interesse per il fotogiornalismo Diplomato in fotografia, presso l’Istituto Europeo di Design (IED), approfondendo gli aspetti imprenditoriali, alla ricerca di giovani e nuovi talenti. Lavora principalmente su progetti a lungo termine ed è affascinato da temi multiculturali e questioni sociali. Negli ultimi anni sta seguendo una personale ricerca su religione, riti, cerimonie in giro per il mondo, utilizzando l’aspetto spirituale come pretesto per raccontare storie di persone o popolazioni. I suoi lavori sono stati pubblicati su Die Zeit, Washington Post, D La Repubblica, Sette Corriere della Sera, Panorama, Io Donna, Aftenposten, Vanity Fair, Gioia, Svenska Dagbladet, Brigitte, Marie Claire, Woz, Emaho. È anche membro fondatore e direttore di Echo Photojournalism. Ecco chi è il fotogiornalista Gianmarco Maravaglia prossimo ospite della seconda puntata di “Anno 2021: dove va la fotografia?” rientrato ieri a Milano da un viaggio di lavoro in Iraq. Tony Graffio ha intervistato Gianmarco Maraviglia per farlo conoscere agli ascoltatori di Radio Atlanta Milano prima della trasmissione in cui sarà ospite della nostra emittente il prossimo mercoledì 31 marzo 2021 TG- Gianmarco, come sei arrivato alla fotografia di reportage? GM- Ci sono arrivato attraverso un percorso abbastanza elaborato e discontinuo; dopo aver frequentato l’università, mi sono iscritto ad un corso dello IED, da lì ho iniziato a lavorare in campo fotografico facendo lavori diversi: all’inizio come “paparazzo”, poi occupandomi di fotografare le macchine. Sono passato anche attraverso la fotografia di moda e di food, per un breve periodo, mi sono dedicato ad esperienze di vario tipo, fino a quando sono stato chiamato a dirigere un’agenzia fotogiornalistica. Per qualche anno, ho ricoperto questo importante ruolo all’interno di una società italiana, ma non facevo parte del gruppo dei fotografi di quell’agenzia di stampa. Questa esperienza mi ha fatto capire che io stesso volevo lavorare in un’agenzia con delle caratteristiche ben precise che fossero congegnate al mio modo d’essere e che mi permettessero di effettuare un approfondimento giornalistico dei fatti trattati. Nel 2013, ho fondato Echo Photojournalism ed ho chiamato a collaborare con me degli amici e dei colleghi internazionali con cui avevo già avuto modo […]

Cyberporci e microchip bionici

Risale all’anno scorso l’esperimento denominato Neuralink, voluto e finanziato dal magnate americano Elon Musk. In quel caso, ad un piccolo gruppo di maiali veniva impiantato nel cervello un chip elettronico delle dimensioni di una moneta, per cercare di comandare a distanza apparecchiature elettroniche. Oggi, anche le ambizioni dei bioingegneri europei sono molto elevate; l’obiettivo infatti è quello di sfruttare l’impareggiabile potenza di calcolo del cervello umano per aumentare notevolmente la capacità dei computer. Questo nuovo progetto pionieristico utilizzerà cellule staminali cerebrali umane su microchip nel tentativo di “spingere i confini dell’intelligenza artificiale”. Un team internazionale guidato da scienziati dell’Aston University di Birmingham spera che la combinazione della potenza e dell’adattabilità del cervello umano con l’elettronica tradizionale porterà a una rivoluzione nell’informatica e produrrà un’IA sovralimentata, in modo che possa essere d’aiuto nel risolvere problemi complessi. David Saad, professore di matematica presso la Aston University ha affermato: “Riteniamo che questo progetto abbia il potenziale per superare gli attuali limiti della potenza di elaborazione e del consumo di energia per determinare un cambio di paradigma nella tecnologia di apprendimento automatico”. Il progetto Neu-ChiP ha ricevuto 3,5 milioni di euro di finanziamenti dalla Commissione Europea per esplorare il potenziale del cervello umano all’interno della tecnologia AI. L’intelligenza artificiale che imita il cervello ha bisogno di dormire proprio come gli umani, rivela uno studio. È l’ultima impresa in un campo emergente noto come calcolo neuromorfico che utilizza modelli ispirati al funzionamento del cervello umano. Rispetto all’hardware elettronico, il cervello umano offre capacità di elaborazione delle informazioni ultra efficienti che non richiedono sistemi di raffreddamento elaborati o enormi richieste di energia per funzionare. La ricerca neuromorfica si concentra principalmente sulla semplice imitazione del design del cervello, piuttosto che sull’utilizzo dei suoi effettivi componenti biologici. È qui che il progetto Neu-ChiP differisce fondamentalmente nella sua ambizione. “In Neu-ChiP, non solo modelleremo un sistema composto da molti componenti straordinariamente complessi – cellule neurali umane – ma cercheremo di andare ben oltre”, ha detto Rémi Monasson, direttore della ricerca presso il Centre National de la Recherche Scientifique in Francia, coinvolta nel progetto. “Il nostro scopo è portare il sistema neurale a uno stato in cui […]

“Terre” dalla Collezione Olgiati in mostra a Lugano

27 marzo – 6 giugno 2021 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati collezioneolgiati.ch La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati riapre la stagione espositiva con un allestimento tematico dal titolo “Terre” dalla Collezione Olgiati. L’esposizione propone una selezione di ventidue opere di pittura e scultura che spaziano dagli anni Venti al presente, raccolte intorno al titolo “Terre” e accomunate da una dimensione “materica”. I quattordici artisti presenti in mostra – di epoche diverse e di varia origine geografica – indagano con straordinaria varietà di esiti le qualità espressive della materia: dalla pittura dominata dai colori della terra di Zoran Mušič, alle ricerche informali di ambito italiano ed europeo, fino ai materiali “cosmici” di Enrico Prampolini, Eliseo Mattiacci e Anselm Kiefer. La mostra presenta un importante nucleo di opere di cui molte mai esposte in precedenza, offrendo uno sguardo inedito sulla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati nel suo complesso, in termini di scelte artistiche e di visione d’insieme. Il progetto espositivo prende le mosse da un significativo gruppo di cinque dipinti del pittore e artista grafico di origini slovene Zoran Mušič (Gorizia, 1909 – Venezia, 2005): Paesaggio senese (1953), Enclos primitif (E3) (1960), Motif végétal (1972), Terre d’Istria (1957) e Terre dalmate (1959). Sono opere che testimoniano la stagione creativa che segue il trasferimento dell’artista a Parigi nel 1953, quando la sua produzione pittorica si avvicina al linguaggio dell’informale francese. Attraverso una pittura di motivi organici dalle tonalità aride che spesso sconfina oltre il figurativo, Mušič racconta un universo intimo e personale, in cui riaffiora il ricordo delle terre dell’infanzia e del vissuto dell’artista. Nella stessa sala dialogano importanti opere di tre maestri del Novecento italiano, Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995), Leoncillo (Leoncillo Leonardi, Spoleto, 1915 – Roma, 1968) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919 – 2006). Protagonisti della stagione informale, ci introducono ad una poetica fondata sul valore intrinseco della materia ridotta al suo stato primordiale. Interrogandosi sulla possibilità di rappresentare un mondo devastato a seguito della distruzione operata dai conflitti mondiali, questi autori danno vita a una ricerca che si libera dal controllo ideale e razionale dell’immagine in favore dell’espressività degli elementi (sacchi di juta, ferro, legno o plastica) e la terra nella sua sostanza friabile e grumosa. […]

L’Estate di Bob Marley

Come cambierebbe la nostra vita se avessimo una seconda chance? È quanto accade a Pietro, scrittore di mezza età, che in una notte insonne subisce un attacco di panico e sviene. Al risveglio si ritrova di nuovo ventenne nella casa dove ha abitato da ragazzo nel giorno dello storico concerto milanese di Bob Marley, che Pietro ha sempre rimpianto di non aver visto. Il fratello Luca gli offre un biglietto. È la seconda chance che cambierà il corso della sua vita. Nello stadio di San Siro conoscerà infatti Elisa, giovane e irrequieta pianista attratta dalla prospettiva di un cambiamento politico rivoluzionario. Tra i due nasce una relazione appassionata, resa però difficile dall’ambigua amicizia di Elisa con alcune persone vicine alla lotta armata. A fare da sfondo alla vicenda dei due giovani, un periodo costellato di eventi di grande impatto sulla storia italiana e internazionale. L’estate del 1980 arriva a lambire l’autunno con la pesante battuta d’arresto per il movimento sindacale. Storia e fiction si mescolano in una trama attraversata dalle canzoni di Bob Marley, artista fuori dal tempo convenzionale come il suo ritmo in levare. È il 27 giugno 1980, quando Bob Marley trionfa con il suo reggae allo stadio di San Siro di Milano davanti a centomila persone. Il presidente della Repubblica è Sandro Pertini, il presidente del Consiglio Francesco Cossiga, ministro dell’Interno Virginio Rognoni, ministro degli Affari Esteri Emilio Colombo. È un esecutivo composto da Democrazia Cristiana (DC), Partito Socialista Italiano (PSI), Partito Repubblicano Italiano (PRI). Resta in carica dal 4 aprile al 18 ottobre 1980, 197 giorni, ovvero 6 mesi e 14 giorni. L’Italia è in balia di attentati terroristici della lotta armata di sinistra e si sta preparando a un’estate terribile di stragi. Il concerto di Bob Marley a Milano, organizzato da Mario Giusti di Radio Città, preceduto dalle esibizioni di Roberto Ciotti e Pino Daniele, si trasforma in un appuntamento di massa di enorme portata mediatica che mobilita giovani provenienti da ogni parte del Paese e d’Europa. Centomila ragazzi ammassati tra prato e gradinate in un clima calmo e rilassato. E giunge dopo gli anni di […]

La decima edizione della MIA Photo Fair si svolgerà in presenza dal 7 al 10 ottobre al Superstudio Maxi, a Milano

Prosegue il percorso di avvicinamento alla decima edizione di MIA Milan Image Art Fair, in programma a Milano, nella nuova sede di SUPERSTUDIO MAXI (via Moncucco 35), dal 7 al 10 ottobre 2021. Ad oggi sono 79 le gallerie che hanno confermato la loro presenza, provenienti non solo dall’Italia, ma anche da paesi europei – Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Paesi Bassi, Russia, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria – e dagli Stati Uniti, mentre, per il settore editoria, al momento, sono iscritti 18 espositori. Un ampio numero di iscrizioni è incoraggiato dal successo della campagna di vaccinazione globale e dalla crescente fiducia nelle nuove difese contro la diffusione della pandemia. La deadline per partecipare alla Main Section di MIA Fair, alla nuova Sezione MIA&D – Fotografia & Design e alla Sezione Editoria è il 15 maggio 2021. Per il suo decimo anno di attività MIA Fair ha scelto la nuova location di SUPERSTUDIO MAXI, con uno spazio espositivo di 7.400 m², che offrirà l’opportunità di ampliare ulteriormente i campi disciplinari di MIA Fair. A seguito dell’esperienza di MIA&D Singapore, tenuta nel 2014 a Marina Bay Sands a Singapore, quest’anno MIA Fair presenterà per la prima volta a Milano una sezione dedicata all’art design, al modernariato d’autore e agli oggetti d’arte in dialogo con la fotografia,  mettendo in evidenza la sintonia tra questi linguaggi e la trasversalità della fotografia che permette di esplorare nuovi confini nel settore dell’arte contemporanea. Tra le altre novità della nuova edizione della MIA Fair, un tour tra gli stand che espongono stampe vintage e rare, per rispondere alle richieste dei collezionisti, la cui passione per le opere storiche, per le stampe vintage e rare è diventata sempre più importante. Ecco la lista degli espositori iscritti fino ad oggi: Gallerie: 29 Arts in Progress, Milano, Italia 5 Continents, Milano, Italia A.MORE, Milano, Italia AD Gallery, Firenze, Italia ADM Photo & ALPA of Switzerland, Zurigo, Svizzera Admira, Milano, Italia alberto damian | a gallery without walls, Treviso, Italia Alessia Paladini Gallery, Milano, Italia Art Studio Pedrazzini, Milano, Italia Artender Studio Scarpati, Alassio, Italia Barry Friedman Ltd, New York, USA bArt, Roma, Italia Bel-Air Fine Art, Venezia, Italia Settimio Benedusi, Milano, Italia Mostra Primitive Elements / […]

Non sarà Bill Gates a salvare il pianeta

Può davvero uno degli uomini più ricchi del mondo insegnarci ad «evitare il disastro climatico»? Ecco cosa c’è che non va nell’ambientalismo del boss di Microsoft Articolo di Giulio Calella Per circa vent’anni secondo la rivista Forbes è stato l’uomo più ricco del mondo, sorpassato solo nel 2017 dal fondatore di Amazon Jeff Bezos. Creatore di Microsoft, è osannato come colui che ha rivoluzionato le nostre vite coronando il sogno di portare un personal computer in ogni casa. Adesso sostiene di occuparsi principalmente di filantropia, attraverso la fondazione benefica che dirige insieme a sua moglie, eppure negli anni ha avuto guai giudiziari per concorrenza sleale e violazione delle regole antitrust ed è stato a lungo il principale simbolo dei monopoli capitalistici del nuovo millennio. Oggi, con il libro Clima. Come evitare un disastro uscito a febbraio per La nave di Teseo e stabilmente nelle classifiche dei saggi più venduti, Bill Gates unisce all’indole di grande innovatore uno sbandierato intento filantropico proponendosi come colui che può indicare la via per fermare il disastro climatico e trasformarlo in grande occasione di innovazione tecnologica. Nel bel mezzo di un disastro pandemico le cui cause sono strettamente collegate ai fenomeni che caratterizzano la crisi climatica, si pone in effetti il problema più urgente per il prossimo futuro, per evitare nuove epidemie e la vera e propria distruzione del pianeta. La cosa curiosa è che in quest’ultimo anno si sono invece moltiplicate diverse fantasie di complotto che individuano non nella crisi climatica ma proprio in Bill Gates la causa della pandemia: proprio lui avrebbe diffuso il Coronavirus nel mondo – non è ben chiaro come – per poi controllarci tutti forse tramite un microchip inserito nel vaccino. La prova sarebbe una conferenza organizzata proprio dalla Bill and Melinda Gates Foundation nell’ottobre 2019 in cui i due proponevano a esponenti politici e dell’Organizzazione mondiale della sanità di simulare una risposta coordinata a un’ipotetica pandemia, ispirata all’ondata di Sars del 2002. Tale assurda fantasia di complotto che attaccava uno degli uomini più potenti del mondo si è rivelata – come spesso accade – un regalo allo stesso Bill Gates: le ovvie smentite hanno finito infatti per […]

Dante a Verona 1321-2021

Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo che ‘n su la scala porta il santo uccello; ch’in te avrà sí benigno riguardo che del fare e del chieder, tra voi due, fia primo quel che, tra li altri, è più tardo. Dante, Paradiso, XVII A settecento anni dalla scomparsa di Dante, Verona, primo approdo del Sommo Poeta dopo l’esilio da Firenze, celebra l’importante anniversario con il progetto Dante a Verona 1321-2021 nel segno della collaborazione fra le principali istituzioni culturali della città (danteaverona.it). Il programma presentato dal sindaco di Verona Federico Sboarina e dall’assessore alla Cultura Francesca Briani – promosso da Comune, Diocesi e Università di Verona – prevede un vasto calendario d’iniziative, alcune delle quali hanno ottenuto il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Mostre, spettacoli, manifestazioni culturali e di approfondimento scientifico, restauri e convegni, attività formative e divulgative, itinerari turistici alla scoperta della presenza del Poeta a Verona e della sua eredità culturale e artistica animeranno per tutto il 2021 le strade e le piazze, i teatri e le chiese, i musei e i palazzi della città. Moltissimi gli eventi in cantiere tra cui una grande mostra diffusa Dante a Verona, appositamente ideata per quest’anno speciale, fatta di storie e luoghi della città. Il percorso e le tappe saranno raccolti in una mappa, un vademecum cartaceo e virtuale per guidare il visitatore in un immaginario viaggio spazio-temporale. Tra la primavera e l’autunno in calendario una mostra su Dante e Shakespeare: il mito di Verona alla GAM e una mostra L’Inferno di Michael Mazur a Castelvecchio. Non poteva mancare un momento di approfondimento e di confronto tra importanti voci internazionali con un convegno dal titolo Con altra voce omai, con altro vello. Dante tra antico e moderno che coinvolgerà i massimi dantisti da tutto il mondo. Molti i progetti di restauro, uno per tutti il restauro della Statua di Dante di Ugo Zannoni, in Piazza dei Signori. E numerosi spettacoli, tra cui: le Visioni di Dante del Teatro Stabile del Veneto; Dantexperience, con la Budapest National Philarmonic Orchestra e Sonia Bergamasco; Cantiere Dante, progetto teatrale di Marco Martinelli e Ermanna Montanari. L’anno […]

Sto bruciando, addio compagni!

Un articolo di Tony Graffio tratto da Frammenti di Cultura Negli anni ’60, essere un pioniere spaziale, un cosmonauta, significava diventare una specie di kamikaze, lo sapevano bene tutti in Unione Sovietica. Anche Yuri Gagarin era cosciente di questa realtà; ma per un ragazzo che aveva conosciuto la tragedia della guerra, e per i suoi coetanei, affrontare l’avventura di un viaggio nel cosmo, o anche soltanto pensare di sedersi all’interno di una sfera metallica per uscire dall’atmosfera terrestre, era un modo per mostrare il proprio valore ed il proprio coraggio ad un grande paese che aveva ancora molto bisogno di eroi. Era un momento storico molto delicato in cui lo scontro tra culture ed ideologie doveva essere condotto su piani diversi da quelli militari. Era troppo rischioso affrontarsi apertamente dopo che nella Seconda Guerra Mondiale si era fatto ricorso alle prime bombe atomiche. Riuscire a comandare a distanza missili che arrivavano esattamente dove li si voleva inviare era un argomento di dissuasione molto convincente nei confronti dei nemici. Gagarin, Komarov e tutti gli altri cosmonauti erano dei soldati pronti a tutto, ma anche degli uomini entusiasti del loro compito e della loro vita. Il 24 aprile del 1967, di ritorno da una missione spaziale che avrebbe dovuto festeggiare i 50 anni della rivoluzione bolscevica, Vladimir Komarov impattò contro il suolo troppo violentemente e perse la vita. Se un anno prima, durante un banale intervento chirurgico non fosse morto Sergej Pavlovič Korolëv, probabilmente il destino della cosmonautica sovietica sarebbe stato molto diverso e chissà, forse il grande progetto di raggiungere la Luna con il razzo N1 avrebbe potuto essere portato a compimento prima degli americani. L’Unione Sovietica durante il periodo della Guerra Fredda non lasciava trapelare quasi niente di ciò che accadeva all’interno del suo territorio e, come ben sappiamo, anche i sistemi di spionaggio non erano così evoluti da permetterci di capire esattamente che cosa significassero davvero le enigmatiche dichiarazioni che provenivano da quei territori. Ancora adesso, molte domande che ci ponevamo allora sono rimaste senza risposta; proviamo a ripensare a cosa si è voluto nascondere e a cosa non […]