Trenta anni fa esplodeva il decennio disordinato, (apparentemente) dilettantesco, sudicio, “buona la prima”, anti stardom, sferragliante ma anche bucolico, l’epopea del vero, dei piedi per terra, della nuova gioventù bruciata, del rinascimento o dei calendari ingialliti riapparsi dai solai umidi, dei generi mischiati, della melodia “anche no”. Qualcuno andò in crisi, i parrucchieri in primis, ma poi le nuove abitudini presero il sopravvento e una generazione ne fu marchiata per sempre. Marco e Davide, all’epoca confusi e felici, e oggi anche, vi rientrano in punta di piedi, ma poi si metteranno a urlare; occorre capire se per approvazione nostalgica o per rabbia repressa.