Come cambierebbe la nostra vita se avessimo una seconda chance? È quanto accade a Pietro, scrittore di mezza età, che in una notte insonne subisce un attacco di panico e sviene. Al risveglio si ritrova di nuovo ventenne nella casa dove ha abitato da ragazzo nel giorno dello storico concerto milanese di Bob Marley, che Pietro ha sempre rimpianto di non aver visto. Il fratello Luca gli offre un biglietto. È la seconda chance che cambierà il corso della sua vita. Nello stadio di San Siro conoscerà infatti Elisa, giovane e irrequieta pianista attratta dalla prospettiva di un cambiamento politico rivoluzionario. Tra i due nasce una relazione appassionata, resa però difficile dall’ambigua amicizia di Elisa con alcune persone vicine alla lotta armata. A fare da sfondo alla vicenda dei due giovani, un periodo costellato di eventi di grande impatto sulla storia italiana e internazionale. L’estate del 1980 arriva a lambire l’autunno con la pesante battuta d’arresto per il movimento sindacale. Storia e fiction si mescolano in una trama attraversata dalle canzoni di Bob Marley, artista fuori dal tempo convenzionale come il suo ritmo in levare.
È il 27 giugno 1980, quando Bob Marley trionfa con il suo reggae allo stadio di San Siro di Milano davanti a centomila persone. Il presidente della Repubblica è Sandro Pertini, il presidente del Consiglio Francesco Cossiga, ministro dell’Interno Virginio Rognoni, ministro degli Affari Esteri Emilio Colombo. È un esecutivo composto da Democrazia Cristiana (DC), Partito Socialista Italiano (PSI), Partito Repubblicano Italiano (PRI). Resta in carica dal 4 aprile al 18 ottobre 1980, 197 giorni, ovvero 6 mesi e 14 giorni.
L’Italia è in balia di attentati terroristici della lotta armata di sinistra e si sta preparando a un’estate terribile di stragi.
Il concerto di Bob Marley a Milano, organizzato da Mario Giusti di Radio Città, preceduto dalle esibizioni di Roberto Ciotti e Pino Daniele, si trasforma in un appuntamento di massa di enorme portata mediatica che mobilita giovani provenienti da ogni parte del Paese e d’Europa. Centomila ragazzi ammassati tra prato e gradinate in un clima calmo e rilassato. E giunge dopo gli anni di magra musicale, seguiti dalla durissima contestazione degli autonomi inscenata il 13 settembre 1977 al Vigorelli di Milano contro il chitarrista Carlos Santana, e la conseguente decisione di larga parte dei manager del rock di chiudere le frontiere italiane ai grandi tour delle star internazionali. Qualcosa si muove con i concerti di Patti Smith a Bologna e Firenze organizzati dall’Arci nel 1979, con l’evento dedicato a Demetrio Stratos all’Arena di Milano del 1979, con la riorganizzazione delle Feste dell’Unità, con i festival organizzati dalle radio libere per autofinanziarsi tra il 1979 e il 1980. Poco altro.
Alle 21, mentre inizia il concerto di Bob Marley allo stadio di San Siro, un Douglas – DC9 IH870 della compagnia Itavia, partito dall’aeroporto di Bologna con destinazione Palermo Punta Raisi, con 81 persone a bordo (77 passeggeri, 4 componenti dell’equipaggio), sparisce dai radar dei centri di controllo militari e civili tra le isole di Ponza e Ustica, in un luogo aeronautico chiamato Punto Condor. Quarant’anni dopo si conosce la gravità di ciò che è avvenuto la sera del 27 giugno 1980: il DC9 viene colpito da un razzo sparato da un aereo militare con il transponder spento, di nazionalità ancora da decifrare, durante un’esercitazione in mezzo al Mediterraneo. E poco dopo, il 2 agosto 1980, un ordigno ad alta potenza distruttiva devasta la sala d’aspetto di seconda classe della stazione di Bologna provocando una carneficina: 85 morti, 200 feriti. Quarant’anni dopo per questa strage ci sono i nomi degli esecutori ed è in corso il processo ai mandanti: Loggia P2, servizi segreti, neofascisti.
Si capisce subito che dietro a Bob Marley c’è qualcosa che va al di là della musica: emozioni, vibrazioni, forza delle idee di giustizia sociale e di riscatto. Ci sono i ghetti di Kingston, e c’è il ritorno verso Mamma Africa.
L’inizio del live viene affidato a Natural Mystic e Positive Vibration, e poi prosegue con una scaletta divenuta immortale: Revolution, I Shot The Sheriff, War, No More Trouble, Zimbabwe, Zion Train, No Woman, No Cry, Jammin’, Exodus, Redemption Song, Natty Dread, Work, Kaya, Roots, Rock, Reggae, Is This Love, Could You Be Loved, Kinky Reggae, Get Up, Stand Up.
Quelle due ore e mezzo passate a San Siro sono composte da suoni ipnotici, accendini accesi, balli continui e prolungati, amori nati proprio quella sera, piccole storie che attraversano la grande Storia d’Italia, il giorno che il Reggae travolge un’intera generazione.
Quella narrata da Paolo Pasi in questo romanzo è una grande storia. Paolo Pasi sarà prossimamente ospite di Tony Graffio a Radio Atlanta Milano