Cyberporci e microchip bionici

Cyberporci e microchip bionici

Risale all’anno scorso l’esperimento denominato Neuralink, voluto e finanziato dal magnate americano Elon Musk. In quel caso, ad un piccolo gruppo di maiali veniva impiantato nel cervello un chip elettronico delle dimensioni di una moneta, per cercare di comandare a distanza apparecchiature elettroniche. Oggi, anche le ambizioni dei bioingegneri europei sono molto elevate; l’obiettivo infatti è quello di sfruttare l’impareggiabile potenza di calcolo del cervello umano per aumentare notevolmente la capacità dei computer. Questo nuovo progetto pionieristico utilizzerà cellule staminali cerebrali umane su microchip nel tentativo di “spingere i confini dell’intelligenza artificiale”. Un team internazionale guidato da scienziati dell’Aston University di Birmingham spera che la combinazione della potenza e dell’adattabilità del cervello umano con l’elettronica tradizionale porterà a una rivoluzione nell’informatica e produrrà un’IA sovralimentata, in modo che possa essere d’aiuto nel risolvere problemi complessi. David Saad, professore di matematica presso la Aston University ha affermato: “Riteniamo che questo progetto abbia il potenziale per superare gli attuali limiti della potenza di elaborazione e del consumo di energia per determinare un cambio di paradigma nella tecnologia di apprendimento automatico”. Il progetto Neu-ChiP ha ricevuto 3,5 milioni di euro di finanziamenti dalla Commissione Europea per esplorare il potenziale del cervello umano all’interno della tecnologia AI. L’intelligenza artificiale che imita il cervello ha bisogno di dormire proprio come gli umani, rivela uno studio. È l’ultima impresa in un campo emergente noto come calcolo neuromorfico che utilizza modelli ispirati al funzionamento del cervello umano. Rispetto all’hardware elettronico, il cervello umano offre capacità di elaborazione delle informazioni ultra efficienti che non richiedono sistemi di raffreddamento elaborati o enormi richieste di energia per funzionare. La ricerca neuromorfica si concentra principalmente sulla semplice imitazione del design del cervello, piuttosto che sull’utilizzo dei suoi effettivi componenti biologici. È qui che il progetto Neu-ChiP differisce fondamentalmente nella sua ambizione. “In Neu-ChiP, non solo modelleremo un sistema composto da molti componenti straordinariamente complessi – cellule neurali umane – ma cercheremo di andare ben oltre”, ha detto Rémi Monasson, direttore della ricerca presso il Centre National de la Recherche Scientifique in Francia, coinvolta nel progetto. “Il nostro scopo è portare il sistema neurale a uno stato in cui […]

“Terre” dalla Collezione Olgiati in mostra a Lugano

27 marzo – 6 giugno 2021 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati collezioneolgiati.ch La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati riapre la stagione espositiva con un allestimento tematico dal titolo “Terre” dalla Collezione Olgiati. L’esposizione propone una selezione di ventidue opere di pittura e scultura che spaziano dagli anni Venti al presente, raccolte intorno al titolo “Terre” e accomunate da una dimensione “materica”. I quattordici artisti presenti in mostra – di epoche diverse e di varia origine geografica – indagano con straordinaria varietà di esiti le qualità espressive della materia: dalla pittura dominata dai colori della terra di Zoran Mušič, alle ricerche informali di ambito italiano ed europeo, fino ai materiali “cosmici” di Enrico Prampolini, Eliseo Mattiacci e Anselm Kiefer. La mostra presenta un importante nucleo di opere di cui molte mai esposte in precedenza, offrendo uno sguardo inedito sulla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati nel suo complesso, in termini di scelte artistiche e di visione d’insieme. Il progetto espositivo prende le mosse da un significativo gruppo di cinque dipinti del pittore e artista grafico di origini slovene Zoran Mušič (Gorizia, 1909 – Venezia, 2005): Paesaggio senese (1953), Enclos primitif (E3) (1960), Motif végétal (1972), Terre d’Istria (1957) e Terre dalmate (1959). Sono opere che testimoniano la stagione creativa che segue il trasferimento dell’artista a Parigi nel 1953, quando la sua produzione pittorica si avvicina al linguaggio dell’informale francese. Attraverso una pittura di motivi organici dalle tonalità aride che spesso sconfina oltre il figurativo, Mušič racconta un universo intimo e personale, in cui riaffiora il ricordo delle terre dell’infanzia e del vissuto dell’artista. Nella stessa sala dialogano importanti opere di tre maestri del Novecento italiano, Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995), Leoncillo (Leoncillo Leonardi, Spoleto, 1915 – Roma, 1968) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919 – 2006). Protagonisti della stagione informale, ci introducono ad una poetica fondata sul valore intrinseco della materia ridotta al suo stato primordiale. Interrogandosi sulla possibilità di rappresentare un mondo devastato a seguito della distruzione operata dai conflitti mondiali, questi autori danno vita a una ricerca che si libera dal controllo ideale e razionale dell’immagine in favore dell’espressività degli elementi (sacchi di juta, ferro, legno o plastica) e la terra nella sua sostanza friabile e grumosa. […]

L’Estate di Bob Marley

Come cambierebbe la nostra vita se avessimo una seconda chance? È quanto accade a Pietro, scrittore di mezza età, che in una notte insonne subisce un attacco di panico e sviene. Al risveglio si ritrova di nuovo ventenne nella casa dove ha abitato da ragazzo nel giorno dello storico concerto milanese di Bob Marley, che Pietro ha sempre rimpianto di non aver visto. Il fratello Luca gli offre un biglietto. È la seconda chance che cambierà il corso della sua vita. Nello stadio di San Siro conoscerà infatti Elisa, giovane e irrequieta pianista attratta dalla prospettiva di un cambiamento politico rivoluzionario. Tra i due nasce una relazione appassionata, resa però difficile dall’ambigua amicizia di Elisa con alcune persone vicine alla lotta armata. A fare da sfondo alla vicenda dei due giovani, un periodo costellato di eventi di grande impatto sulla storia italiana e internazionale. L’estate del 1980 arriva a lambire l’autunno con la pesante battuta d’arresto per il movimento sindacale. Storia e fiction si mescolano in una trama attraversata dalle canzoni di Bob Marley, artista fuori dal tempo convenzionale come il suo ritmo in levare. È il 27 giugno 1980, quando Bob Marley trionfa con il suo reggae allo stadio di San Siro di Milano davanti a centomila persone. Il presidente della Repubblica è Sandro Pertini, il presidente del Consiglio Francesco Cossiga, ministro dell’Interno Virginio Rognoni, ministro degli Affari Esteri Emilio Colombo. È un esecutivo composto da Democrazia Cristiana (DC), Partito Socialista Italiano (PSI), Partito Repubblicano Italiano (PRI). Resta in carica dal 4 aprile al 18 ottobre 1980, 197 giorni, ovvero 6 mesi e 14 giorni. L’Italia è in balia di attentati terroristici della lotta armata di sinistra e si sta preparando a un’estate terribile di stragi. Il concerto di Bob Marley a Milano, organizzato da Mario Giusti di Radio Città, preceduto dalle esibizioni di Roberto Ciotti e Pino Daniele, si trasforma in un appuntamento di massa di enorme portata mediatica che mobilita giovani provenienti da ogni parte del Paese e d’Europa. Centomila ragazzi ammassati tra prato e gradinate in un clima calmo e rilassato. E giunge dopo gli anni di […]

La decima edizione della MIA Photo Fair si svolgerà in presenza dal 7 al 10 ottobre al Superstudio Maxi, a Milano

Prosegue il percorso di avvicinamento alla decima edizione di MIA Milan Image Art Fair, in programma a Milano, nella nuova sede di SUPERSTUDIO MAXI (via Moncucco 35), dal 7 al 10 ottobre 2021. Ad oggi sono 79 le gallerie che hanno confermato la loro presenza, provenienti non solo dall’Italia, ma anche da paesi europei – Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Paesi Bassi, Russia, Svezia, Svizzera, Turchia, Ungheria – e dagli Stati Uniti, mentre, per il settore editoria, al momento, sono iscritti 18 espositori. Un ampio numero di iscrizioni è incoraggiato dal successo della campagna di vaccinazione globale e dalla crescente fiducia nelle nuove difese contro la diffusione della pandemia. La deadline per partecipare alla Main Section di MIA Fair, alla nuova Sezione MIA&D – Fotografia & Design e alla Sezione Editoria è il 15 maggio 2021. Per il suo decimo anno di attività MIA Fair ha scelto la nuova location di SUPERSTUDIO MAXI, con uno spazio espositivo di 7.400 m², che offrirà l’opportunità di ampliare ulteriormente i campi disciplinari di MIA Fair. A seguito dell’esperienza di MIA&D Singapore, tenuta nel 2014 a Marina Bay Sands a Singapore, quest’anno MIA Fair presenterà per la prima volta a Milano una sezione dedicata all’art design, al modernariato d’autore e agli oggetti d’arte in dialogo con la fotografia,  mettendo in evidenza la sintonia tra questi linguaggi e la trasversalità della fotografia che permette di esplorare nuovi confini nel settore dell’arte contemporanea. Tra le altre novità della nuova edizione della MIA Fair, un tour tra gli stand che espongono stampe vintage e rare, per rispondere alle richieste dei collezionisti, la cui passione per le opere storiche, per le stampe vintage e rare è diventata sempre più importante. Ecco la lista degli espositori iscritti fino ad oggi: Gallerie: 29 Arts in Progress, Milano, Italia 5 Continents, Milano, Italia A.MORE, Milano, Italia AD Gallery, Firenze, Italia ADM Photo & ALPA of Switzerland, Zurigo, Svizzera Admira, Milano, Italia alberto damian | a gallery without walls, Treviso, Italia Alessia Paladini Gallery, Milano, Italia Art Studio Pedrazzini, Milano, Italia Artender Studio Scarpati, Alassio, Italia Barry Friedman Ltd, New York, USA bArt, Roma, Italia Bel-Air Fine Art, Venezia, Italia Settimio Benedusi, Milano, Italia Mostra Primitive Elements / […]

Non sarà Bill Gates a salvare il pianeta

Può davvero uno degli uomini più ricchi del mondo insegnarci ad «evitare il disastro climatico»? Ecco cosa c’è che non va nell’ambientalismo del boss di Microsoft Articolo di Giulio Calella Per circa vent’anni secondo la rivista Forbes è stato l’uomo più ricco del mondo, sorpassato solo nel 2017 dal fondatore di Amazon Jeff Bezos. Creatore di Microsoft, è osannato come colui che ha rivoluzionato le nostre vite coronando il sogno di portare un personal computer in ogni casa. Adesso sostiene di occuparsi principalmente di filantropia, attraverso la fondazione benefica che dirige insieme a sua moglie, eppure negli anni ha avuto guai giudiziari per concorrenza sleale e violazione delle regole antitrust ed è stato a lungo il principale simbolo dei monopoli capitalistici del nuovo millennio. Oggi, con il libro Clima. Come evitare un disastro uscito a febbraio per La nave di Teseo e stabilmente nelle classifiche dei saggi più venduti, Bill Gates unisce all’indole di grande innovatore uno sbandierato intento filantropico proponendosi come colui che può indicare la via per fermare il disastro climatico e trasformarlo in grande occasione di innovazione tecnologica. Nel bel mezzo di un disastro pandemico le cui cause sono strettamente collegate ai fenomeni che caratterizzano la crisi climatica, si pone in effetti il problema più urgente per il prossimo futuro, per evitare nuove epidemie e la vera e propria distruzione del pianeta. La cosa curiosa è che in quest’ultimo anno si sono invece moltiplicate diverse fantasie di complotto che individuano non nella crisi climatica ma proprio in Bill Gates la causa della pandemia: proprio lui avrebbe diffuso il Coronavirus nel mondo – non è ben chiaro come – per poi controllarci tutti forse tramite un microchip inserito nel vaccino. La prova sarebbe una conferenza organizzata proprio dalla Bill and Melinda Gates Foundation nell’ottobre 2019 in cui i due proponevano a esponenti politici e dell’Organizzazione mondiale della sanità di simulare una risposta coordinata a un’ipotetica pandemia, ispirata all’ondata di Sars del 2002. Tale assurda fantasia di complotto che attaccava uno degli uomini più potenti del mondo si è rivelata – come spesso accade – un regalo allo stesso Bill Gates: le ovvie smentite hanno finito infatti per […]

Dante a Verona 1321-2021

Lo primo tuo refugio e ‘l primo ostello sarà la cortesia del gran Lombardo che ‘n su la scala porta il santo uccello; ch’in te avrà sí benigno riguardo che del fare e del chieder, tra voi due, fia primo quel che, tra li altri, è più tardo. Dante, Paradiso, XVII A settecento anni dalla scomparsa di Dante, Verona, primo approdo del Sommo Poeta dopo l’esilio da Firenze, celebra l’importante anniversario con il progetto Dante a Verona 1321-2021 nel segno della collaborazione fra le principali istituzioni culturali della città (danteaverona.it). Il programma presentato dal sindaco di Verona Federico Sboarina e dall’assessore alla Cultura Francesca Briani – promosso da Comune, Diocesi e Università di Verona – prevede un vasto calendario d’iniziative, alcune delle quali hanno ottenuto il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale per la celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Mostre, spettacoli, manifestazioni culturali e di approfondimento scientifico, restauri e convegni, attività formative e divulgative, itinerari turistici alla scoperta della presenza del Poeta a Verona e della sua eredità culturale e artistica animeranno per tutto il 2021 le strade e le piazze, i teatri e le chiese, i musei e i palazzi della città. Moltissimi gli eventi in cantiere tra cui una grande mostra diffusa Dante a Verona, appositamente ideata per quest’anno speciale, fatta di storie e luoghi della città. Il percorso e le tappe saranno raccolti in una mappa, un vademecum cartaceo e virtuale per guidare il visitatore in un immaginario viaggio spazio-temporale. Tra la primavera e l’autunno in calendario una mostra su Dante e Shakespeare: il mito di Verona alla GAM e una mostra L’Inferno di Michael Mazur a Castelvecchio. Non poteva mancare un momento di approfondimento e di confronto tra importanti voci internazionali con un convegno dal titolo Con altra voce omai, con altro vello. Dante tra antico e moderno che coinvolgerà i massimi dantisti da tutto il mondo. Molti i progetti di restauro, uno per tutti il restauro della Statua di Dante di Ugo Zannoni, in Piazza dei Signori. E numerosi spettacoli, tra cui: le Visioni di Dante del Teatro Stabile del Veneto; Dantexperience, con la Budapest National Philarmonic Orchestra e Sonia Bergamasco; Cantiere Dante, progetto teatrale di Marco Martinelli e Ermanna Montanari. L’anno […]

Sto bruciando, addio compagni!

Un articolo di Tony Graffio tratto da Frammenti di Cultura Negli anni ’60, essere un pioniere spaziale, un cosmonauta, significava diventare una specie di kamikaze, lo sapevano bene tutti in Unione Sovietica. Anche Yuri Gagarin era cosciente di questa realtà; ma per un ragazzo che aveva conosciuto la tragedia della guerra, e per i suoi coetanei, affrontare l’avventura di un viaggio nel cosmo, o anche soltanto pensare di sedersi all’interno di una sfera metallica per uscire dall’atmosfera terrestre, era un modo per mostrare il proprio valore ed il proprio coraggio ad un grande paese che aveva ancora molto bisogno di eroi. Era un momento storico molto delicato in cui lo scontro tra culture ed ideologie doveva essere condotto su piani diversi da quelli militari. Era troppo rischioso affrontarsi apertamente dopo che nella Seconda Guerra Mondiale si era fatto ricorso alle prime bombe atomiche. Riuscire a comandare a distanza missili che arrivavano esattamente dove li si voleva inviare era un argomento di dissuasione molto convincente nei confronti dei nemici. Gagarin, Komarov e tutti gli altri cosmonauti erano dei soldati pronti a tutto, ma anche degli uomini entusiasti del loro compito e della loro vita. Il 24 aprile del 1967, di ritorno da una missione spaziale che avrebbe dovuto festeggiare i 50 anni della rivoluzione bolscevica, Vladimir Komarov impattò contro il suolo troppo violentemente e perse la vita. Se un anno prima, durante un banale intervento chirurgico non fosse morto Sergej Pavlovič Korolëv, probabilmente il destino della cosmonautica sovietica sarebbe stato molto diverso e chissà, forse il grande progetto di raggiungere la Luna con il razzo N1 avrebbe potuto essere portato a compimento prima degli americani. L’Unione Sovietica durante il periodo della Guerra Fredda non lasciava trapelare quasi niente di ciò che accadeva all’interno del suo territorio e, come ben sappiamo, anche i sistemi di spionaggio non erano così evoluti da permetterci di capire esattamente che cosa significassero davvero le enigmatiche dichiarazioni che provenivano da quei territori. Ancora adesso, molte domande che ci ponevamo allora sono rimaste senza risposta; proviamo a ripensare a cosa si è voluto nascondere e a cosa non […]

Innovazioni televisive: la storia di Antenna 3 raccontata in un sito dedicato

Viaperbusto15.it è il portale che fa rivivere, tra docufilm, documenti vari, fotografie e rubriche, la vicenda della prima tv commerciale nazionale. Online da mercoledì 16 dicembre, dieci anni dopo la morte del suo fondatore Renzo Villa Le origini della tv commerciale, la nascita di una nuova epoca mediatica, l’etere che si riempi in maniera progressiva di una miriade di canali televisivi, piccoli, dai contenuti inediti, spesso profondamente diversi da quelli trasmessi da “Mamma Rai”. Uno dei primi esempi, per molti, addirittura il primo, quello che seppe giocare un ruolo di grande influenza, fu quello di Antenna 3 Lombardia, l’emittente di Legnano. Ebbene, da mercoledì 16 dicembre, quella vicenda potrà essere ripercorsa in lungo e in largo grazie a un sito dedicato: viaperbusto15.it. Il flusso di ricordi Il portale, che prende il nome dallo storico indirizzo della sede dell’emittente, darà la possibilità di vedere il docufilm “Via Per Busto 15 – la tv commerciale è nata qui” del regista Marco Pugno, che fu presentato in anteprima a Palazzo Pirelli, sede del Consiglio regionale della Lombardia, nel novembre 2017 – in occasione del 40° anniversario dell’inaugurazione dell’emittente nata per volontà di Renzo Villa ed Enzo Tortora – e, in seguito, in tutte le sedi che hanno ospitato la mostra “Ti ricordi quella sera?” fino alla fine del 2019. La storia di un innovatore, Renzo Villa e di chi l’ha seguito nella sua avventura senza precedenti. Un flusso continuo di spezzoni (alcuni mai più trasmessi), testimonianze, documenti, dove il filo conduttore è la grandezza dell’impresa, che merita di essere raccontata in un modo diverso, non per rivivere l’effetto nostalgia, ma per fissare la storia di un protagonista di una rivoluzione nella comunicazione e nei costumi. Una storia spesso sconosciuta o misconosciuta. E ancora… Il sito ospita contributi extra, non inseriti nella versione definitiva del docufilm e, naturalmente la storia dell’emittente riccamente documentata con fotografie e altri spezzoni di trasmissioni degli anni tra il 1977 e il 1986. Sono pure ospitate le sezioni Mostra (presentata per una decina di volte in Lombardia dal 2016 al 2019), Libro (scritto da Renzo e Roberta Villa), Galleria […]

Zorro, il leggendario cavaliere mascherato compie 100 anni !

Domenica 3 novembre 2019 ore 17,00 MIC (Museo InterattivoCinematografico) Viale Fulvio Testi 121 Milano Fondazione Cineteca Italiana Presenta : ZORRO STORY (2019) Autori : Lorenzo Bassi e Franco Longobardi Regia e Presentazione : Franco Longobardi Film antologico di 76′ Personaggio letterario che già l’anno successivo (1920) diventerà per merito del divo hollywoodiano Douglas Fairbanks un Eroe cinematografico nel film Il segno di Zorro. La pellicola ebbe un successo planetario che diede al personaggio immensa popolarità. Il film di Franco Longobardi e Lorenzo Bassi, realizzato per la Fondazione Cineteca Italiana di Milano, che sarà presentato in prima visione assoluta al MIC (Museo Interattivo Cinematografico) il prossimo 3 Novembre, con la preziosa introduzione del regista Franco Longobardi, mostra come si è evoluto nel tempo il personaggio e tutti i più importanti interpreti che gli hanno dato vita. Dal suo più immediato antenato ai suoi più svariati discendenti, come gli odierni Supereroi. Saranno presentate le curiose versioni del personaggio, dal comico al parodistico, fino al suo arrivo trionfale in televisione che ne ha cristallizzato la popolarità fino ad oggi. Per l’occasione verrà finalmente proposta la trasposizione originale del romanzo di McCulley, La maledizione di Capistrano del 1919. L’opera si suddivide in 4 capitoli : Gli antenati di Zorro – Gli Imitatori – La nascita del personaggio – Il racconto originale : La maledizione di Capistrano (1919) Un’originale carrellata degli attori più famosi che ne hanno incarnato i panni come Douglas Fairbanks, Tyrone Power, Guy Williams, Alain Delon, Antonio Banderas… Saranno rivelati l’unico attore italiano che lo ha interpretato più volte suggerito da Federico Fellini e l’unica versione al femminile di Zorro. Le avventure, gli inseguimenti, i duelli più avvincenti di Zorro rivivranno sul grande schermo per la gioia degli spettatori di ogni età. Insomma, un’emozionante immersione vintage per gli appassionati e una divertente scoperta culturale sulle sorprendenti affinità del personaggio con gli attuali protagonisti del cinema d’azione.

Una special edition per “Abbey Road” dei Beatles ?

Primi dettagli, ancora non confermati, della riedizione per il cinquantenario dell’uscita dell’album.La data potrebbe essere il 27 settembre 2019, a 50 anni e un giorno dall’uscita ufficiale,avvenuta il 26 settembre 1969. La Special Edition dovrebbe contenere anche un libro,dove si dice che Paul McCartney avrebbe arricchito con 80 foto inedite di sua moglie Linda scattate durante i lavori in studio. il resto del libro è stato scritto da Kevin Howlett.