Non dimentichiamo le vittime innocenti gettate nelle foibe

Non dimentichiamo le vittime innocenti gettate nelle foibe

Per chi ha visto personalmente riportare alla luce i cadaveri di parenti, amici o semplici concittadini gettati ad agonizzare nelle viscere della terra formatesi nelle depressioni carsiche, nei dintorni di Trieste, è stato impossibile dimenticare le atrocità commesse dall’Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia; tutti gli altri hanno il dovere di ricordare un fatto storico che per molti anni lo stato italiano ha negato e taciuto. Per questo, il 10 febbraio in tutta Italia si celebra il Giorno del Ricordo e l’immane tragedia che colpì gli italiani massacrati e infoibati in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1945. Uomini, donne, anziani e bambini che in quel periodo di grande confusione bellica si erano ritrovati in balìa dei partigiani comunisti jugoslavi vennero legati l’uno all’altro col filo di ferro e gettati ancora vivi in pozzi naturali molto profondi . Altrettanto angosciante e terribile è stata la successiva tragedia dei 500.000 profughi che hanno abbandonato le loro case e i loro beni per fuggire in Italia. Per approfondire la conoscenza del terribile eccidio di innocenti perpetrato nelle foibe inseriamo un dossier_foibe_e_confine_orientale.

La vera storia di Simone Pianetti

Simone Pianetti, per i suoi tempi, è un uomo particolare: non ama le imposizioni, ha delle idee liberali ed ha un forte spirito imprenditoriale. In più, esercita anche un certo fascino sulle donne; anzi ci fu proprio chi lo descrisse come un bell’uomo, alto e biondo sempre a caccia, non solo di selvaggina. In Val Brembana era piuttosto conosciuto, ma non proprio benvoluto da tutti, forse per la sua voglia di distinguersi dai suoi compaesani o per il temperamento un po’ troppo sanguigno. Da ragazzo, dopo una discussione con il padre, sparò un colpo di fucile in aria, forse per chiudere il discorso, ma è più probabile che quel gesto di rabbia fosse un atto intimidatorio frutto della sua impulsività. Sicuramente, i fallimenti commerciali che ha conosciuto per ben tre volte, nel corso della sua vita, dapprima lo hanno abbattuto e forse condotto ad un passo dalla depressione, poi hanno contribuito a gettare benzina sul fuoco e a fargli sviluppare progetti di vendetta e rivincita nei confronti di chi gli aveva procurato problemi e maldicenze. In molti si erano messi di traverso in vari modi, magari negandogli qualche documento che avrebbe potuto rendere più semplici le sue attività lavorative o prendendolo di mira perché, secondo il sentimento comune dei valligiani, non era un buon cristiano. Simone Pianetti era un uomo forte e aveva l’indole del cacciatore, oltre che una mira infallibile, eppure un giorno per reagire ai molti soprusi subiti decise di agire in modo drammatico, impugnando il suo fucile a tre canne. Quella volta, il suo gesto non fu del tutto imprevisto, con sé infatti aveva una lista di ben quaranta nomi: si trattava dei suoi presunti nemici, tutti coloro che gli avevano fatto del male o avevano contribuito alla sua rovina economica. Fu così che la mattina di lunedì 13 Luglio 1914 Simone uscì di casa di buonora con propositi bellicosi, il fucile e molte munizioni. Fu visto alla Roncaglia e poi a San Gallo, ma non trovando evidentemente chi stava cercando, tornò in paese e… Mercoledì 9 febbraio 2022 dalle ore 18,00, con i documenti recuperati del suo bisnipote Denis che ha scritto un […]

Andrea Di Nisio e Marco Milioni sono i due esperti che mercoledì 2 febbraio 2022 spiegheranno al pubblico di RAM perché i Pfas sono pericolosi e vanno banditi

Le sostanze perfluoroalchilate, i cosiddetti PFAS, si nascondono nelle nostre fonti di approvvigionamento idrico, si sono fatte strada nelle falde acquifere, nell’acqua potabile, nei terreni e nei prodotti dell’agricoltura, nei pesci, nell’aria che respiriamo e nei nostri corpi. Quanto è reale il pericolo che anche l’area urbana di Milano e i suoi abitanti, al pari delle zone agricole a Sud di Milano, dove si producono le eccellenze degli alimenti biodinamici e dello slow-food,  possano subire una contaminazione chimica estremamente pericolosa come è avvenuto negli anni a partire dal 1966-1967 nella città di Vicenza, nella sua provincia e nelle zone limitrofe della provincia di Padova e Verona? Siamo ancora in tempo per metterci al sicuro dalla tossicità di queste sostanze che si espandono velocemente e fuori controllo, in tutto il Nord Italia? L’Italia recepirà l’invito dell’Europa e dell’ONU per normare in modo molto restrittivo l’utilizzo e la produzione di sostanze chimiche nocive che una volta introdotte nell’organismo umano non possono più essere eliminate? A queste ed ad altre domande, risponderanno gli esperti in PFAS che Tony Graffio ha invitato ai microfoni di Radio Atlanta Milano il giorno 2 febbraio 2022, per sensibilizzare i nostri ascoltatori, dalle ore 18,00 per circa un’ora, ai rischi a cui tutti siamo sottoposti da quando queste sostanze nocive hanno trovato una diffusione totale in ogni ambito industriale e commerciale. Presentiamo i nostri ospiti: ANDREA DI NISIO è un biologo accreditato presso l’Università di Padova con Dottorato in Biologia Evoluzionistica. Dal 2014 è entrato a far parte dell’equipe del prof. Carlo Foresta occupandosi di ricerca nell’ambito dei meccanismi di infertilità maschile e patologie endocrine. Dal 2017 ha iniziato a studiare gli effetti dell’inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche (Pfas) sulla salute riproduttiva nell’uomo, approfondendo in particolare gli aspetti molecolari e i meccanismi di interferenza endocrina. Nel 2021 è stato chiamato come consulente dalla commissione parlamentare ecomafie in merito agli aspetti sanitari associati all’inquinamento da PFAS. È autore di diverse pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali di settore. MARCO MILIONI è un giornalista free-lance romano che ha seguito per anni la cronaca e la politica in provincia di Vicenza; è stato firma fissa […]

Anticipazioni sullo Speciale Radiofonico di Tony Graffio per conoscere i PFAS ed i loro effetti nocivi sull’organismo umano

Da quando la Miteni di Trissino (VI) ha cessato l’attività industriale, è aumentata la produzione di sostanze perfluoralchiliche presso la Solvay di Spinetta di Marengo, in provincia di Alessandria, e i timori che anche in questa località possa perpetrarsi una contaminazione della falda delle acque potabili . Spinetta di Marengo dista soltanto una settantina di chilometri da Milano. Per molti questa distanza potrebbe non significare molto, ma se pensiamo che le acque sono sempre in movimento e che in Veneto circa il 20% del territorio è già contaminato, è normale preoccuparsi e cercare di capire quali rischi corrono i 7’400’000 abitanti dell’hinterland milanese, anche alla luce del fatto che Arpa Lombardia ha già effettuato dei rilevamenti nei torrenti, nei fiumi e nelle rogge intorno al capoluogo lombardo trovando tracce di  C6O4 abbastanza consistenti nel torrente Terrò, nei pressi di Mariano Comense. Il C6O4 è il nome commerciale di una sostanza chimica perflouroalchilica di nuova generazione, nata proprio a Spinetta di Marengo nel 2012. L’Agenzia Europea per le Sostanze Chimiche cataloga il C6O4 come una sostanza corrosiva e tossica per ingestione. Tracce di PFAS sono già presenti in tutte le acque della nostra regione probabilmente perché questi prodotti vengono utilizzati estensivamente in ogni ambito della produzione industriale, dai cosmetici ai pesticidi, mentre in zone d’Italia meno industrializzate i Pfas sono meno presenti. Nella nostra trasmissione di mercoledì 2 febbraio, saremo in diretta dalle ore 18 con il dott. Andrea di Nisio e il giornalista Marco Milioni per capire cosa sono i Pfas e quali conseguenze hanno sulla salute dei cittadini. Cercheremo anche di capire se i Pfas abbassano le difese immunitarie e riducono la risposta ai vaccini. L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel 2017 h condotto degli studi epidemiologici che hanno trovato un’associazione proprio tra l’esposizione umana a PFOA e PFOS, con diverse patologie. Dall’aumento del colesterolo a quello degli enzimi epatici, alla riduzione della risposta ai vaccini, fino al preoccupante abbassamento del sistema immunitario, già nei bambini. Pfas e Pfoa sono stati individuati come interferenti endocrini che causano disturbi alla tiroide e ipertensione in gravidanza. Gli studi dell’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC), inoltre, […]

Impossibile liberarsi dalla contaminazione da PFAS

Come abbiamo già potuto capire dalla lettura dell’articolo pubblicato su queste pagine  ieri: I PFAS delle Ecomafie, con il consenso dei politici locali, sono arrivati a Milano, le sostanze fluoroalchiliche oltre ad essere dannosissime per l’ambiente in cui viviamo, sono anche cancerogene e molto nocive per animali e umani; abbiamo a che fare con componenti chimici perenni che oltre ad accumularsi nei tessuti umani, causando effetti negativi sulla salute, non possono essere eliminati in alcun modo in quanto creano pellicole resistenti all’acqua ed ai liquidi, sono composti inquinanti organici persistenti e fanno parte delle cosiddette sostanze chimiche eterne. Le persone assorbono i PFAS principalmente attraverso l’acqua potabile, i prodotti alimentari e gli imballaggi alimentari come la carta da forno, per esempio, le polveri, i cosmetici, i tessuti rivestiti con PFAS e altri prodotti di consumo apparentemente insospettabili. L’esposizione umana ai PFAS provoca cancro renale, cancro testicolare, malattia tiroidea, danni epatici e una serie di effetti indesiderati sullo sviluppo dei feti che poi danno luogo a malformazioni gravi nei neonati. Tutto ha inizio a metà degli anni ’60, quando la società, acronimo di Ricerche Marzotto, stabilisce a Trissino, in provincia di Vicenza, il suo polo di ricerca. Il marchio di alta moda cerca un prodotto chimico che renda la pelle e il materiale tessile resistenti all’acqua. Lo stabilimento, però, viene costruito sopra una zona di ricarica della falda considerata la seconda più grande d’Europa e già nel 1966 una fuga di acido fluoridrico avvelena la vegetazione circostante. Nonostante Pfas e Pfoe siano utilizzati dall’industria da quasi una sessantina d’anni e da tempo si conoscano i loro effetti deleteri, ci ostiniamo a utilizzare questi prodotti e a far finta di niente, salvo poi un giorno accorgerci di aver contratto un cancro o aver partorito un bambino malato o malformato, come continua ad accadere in Veneto da molti anni, nelle zone interessate dalla contaminazione da Pfas. A questo proposito vorrei ricordare a tutti i lettori che tra i bimbi nati nelle zone più esposte ai Pfas si verifica una maggiore incidenza di pre-eclampsia (La pre-eclampsia può causare severi danni agli organi, in particolare al cervello, al rene e al fegato), diabete gestazionale, di nati […]

I PFAS delle Ecomafie, con il consenso dei politici locali, sono arrivati anche a Milano

Nella vita ogni presa di posizione, anche quella che sembra più innocua, ha delle conseguenze che possono diventare gravissime, per non parlare del fatto che non prendere posizioni contro ciò che ci arreca danno è ancor più grave perché l’indifferenza di chi dovrebbe tutelare il cittadino è la peggiore delle colpe. Da tempo si discute degli effetti disastrosi dei Pfas, sostanze perfluoroalchiliche che si fissano negli organismi umani e animali contaminandoli e provocando patologie come il tumore ai reni; il cancro ai testicoli; malattie della tiroide; ipertensione in gravidanza; malformazioni genetiche; sterilità; colite ulcerosa; aumento del colesterolo e molte altre. I Pfas vengono utilizzati industrialmente per impermeabilizzare i tessuti, ma anche le calzature, oppure per  tappeti; pelli; sono utilizzati produrre insetticidi; schiume antincendio; vernici; cera per pavimenti e detersivi o per rivestire i contenitori dei cibi. Uno degli impieghi più noti di questi composti è probabilmente quello per il rivestimento antiaderente delle pentole da cucina, il cosiddetto:  Teflon®.  I Pfas inquinano il nostro Paese da più di 60 anni, ma recentemente, quando le popolazioni del Veneto si sono accorte dei gravissimi danni causati dai residui che poi  hanno contaminano i terreni e le acque che vengono utilizzati per coltivare i campi dove crescono i vegetali e gli altri prodotti agricoli che arrivano sulle nostre tavole, sono state condotte proteste e azioni legali per allontanare le industrie che lavorano i Pfas dal Nord Est dell’Italia. Nel 2017, l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha classificato l’acido perfluoroottanoico (PFOA), la sostanza per- e polifluoroalchilica (PFAS) più studiata, come cancerogeno per l’uomo sulla base di prove epidemiologiche su soggetti affetti da tumori al rene e al testicolo che sono fortemente esposti a questi elementi. Questi studi sono innovativi per la loro valutazione diretta dell’esposizione a PFOA e altri PFAS in campioni di siero depositati, nonché per la loro valutazione dei rischi a livelli di esposizione paragonabili a quelli riscontrati nella popolazione generale o tra il personale militare. In quanto tali, queste indagini hanno il potenziale per informare future valutazioni della cancerogenicità del PFOA e per estendere la nostra comprensione ad altri PFAS che non sono […]

On the Wall , a cura di Demetrio Paparoni – Artisti in mostra: Paola Angelini, Rafael Megall, Justin Mortimer, Nicola Samorì, Vibeke Slyngstad e Ruprecht von Kaufmann

On the Wall a cura di Demetrio Paparoni, dal 20 gennaio al 19 marzo 2022 in via Monte di Pietà 23, Milano mar – sab, h 10 – 19 Building  presenta, da giovedì 20 gennaio a sabato 19 marzo 2022, On the Wall, mostra a cura di Demetrio Paparoni con opere di Paola Angelini, Rafael Megall, Justin Mortimer, Nicola Samorì, Vibeke Slyngstad e Ruprecht von Kaufmann. Il progetto espositivo, che include più di quaranta opere di artisti contemporanei che utilizzano la pittura figurativa in modo profondamente diverso tra loro, è stato appositamente studiato per i quattro piani di Building. I dipinti, realizzati per questa mostra o mai esposti prima in Italia, sono in buona parte di grande formato. Il titolo della mostra apre a diversi significati. Se da una parte lascia prevedere che si tratti di una mostra di dipinti, dall’altra richiama il concetto di muro come elemento di divisione tra due spazi adiacenti o come limite da superare. Rifacendosi al concetto rinascimentale che vede nel quadro una finestra aperta sul mondo esterno, il curatore identifica in esso un detonatore poetico capace di aprire varchi verso il mondo esterno, ma anche verso una dimensione intima o virtuale. Se di porta di accesso o di fuga si tratta, a consentire il suo attraversamento è la capacità di rapportarsi al significato incarnato dall’opera. Nella concezione di Demetrio Paparoni, una mostra è il tentativo di dare ordine al caos dei linguaggi contemporanei, un tentativo reso vano dalla molteplicità dei fenomeni artistici. Governare il caos, spiega il critico commentando le scelte che accompagnano questa mostra, è uno degli obiettivi della scienza per comprendere in anticipo qualcosa che non è ancora accaduto. Essendo il caos frutto di casualità determinate da forze estranee al nostro controllo, esso risulterà comunque ingovernabile. Estendendo questa riflessione all’ambito dei linguaggi artistici, il modo in cui essi nascono, si sviluppano e interagiscono crea una condizione fluida che rende soggettivo ogni tentativo di mettere a fuoco la complessità dei diversi fenomeni. Sebbene ogni mostra nasca dal tentativo di orientarsi nel pluralismo dei linguaggi, di fornire una bussola che consenta di trovare una via d’uscita dal labirinto, anche […]

La NASA si prepara a rivelare l’esistenza di vita intelligente su pianeti lontani e convoca 24 teologi di tutte le religioni per studiare come dare la notizia al mondo

La NASA sta assumendo 24 teologi per partecipare al programma denominato Center for Theological Inquiry (CTI) dell’Università di Princeton. Il gruppo valuterà come reagiranno gli umani alla notizia dell’esistenza di vita aliena intelligente su altri pianeti. Il dottor Andrew Davison, sacerdote e teologo dell’Università di Cambridge con un dottorato in biochimica a Oxford, è tra i 24 teologi, Davison crede che ci stiamo avvicinando a trovare la vita su altri pianeti. Il CTI dell’Università di Princeton nel New Jersey, a cui la NASA ha concesso una sovvenzione di 1,1 milioni di dollari nel 2014, è descritto come un modo per costruire “ponti di comprensione convocando teologi, scienziati, studiosi e responsabili politici per pensare insieme – e informare il pensiero pubblico – sulle preoccupazioni globali”. Il programma mira a rispondere alle domande che ci hanno sconcertato sin dall’inizio del tempo, come ad esempio cos’è la vita? Cosa significa essere vivi? Dove tracciamo il confine tra l’umano e l’alieno? Quali sono le possibilità per la vita senziente in altri luoghi? Ora che la NASA ha due rover su Marte, diverse sonde in orbita attorno a Giove e Saturno e ieri, nel giorno di Natale, ha lanciato James Web Telescope che studierà la formazione di galassie, stelle e pianeti nell’universo, sembra che l’agenzia sia molto fiduciosa d’essere sulla strada giusta per la scoperta della vita intelligente al di fuori della Terra. Il reverendo Andrew Davison, sacerdote e teologo dell’Università di Cambridge con un dottorato in biochimica a Oxford, è tra i 24 teologi arruolati dalla NASA per valutare come reagiranno gli umani quando si diffonderà la notizia dell’esistenza di vita aliena intelligente su altri pianeti. “Le tradizioni religiose sarebbero una caratteristica importante nel modo in cui l’umanità lavorerebbe attraverso tale conferma della vita altrove”, ha condiviso Davidson in un post sul blog sul sito dell’Università di Cambridge. “Per questo motivo, fa parte dell’obiettivo in corso della NASA di sostenere il lavoro sulle ‘implicazioni sociali dell’astrobiologia’, lavorando con varie organizzazioni partner, incluso il Center of Theological Inquiry a Princeton.” Davison pubblicherà un libro il prossimo anno, intitolato Astrobiology and Christian Doctrine, in cui afferma che crede che […]

Andiamo verso ad una tv da leccare e ad un mondo ancora più virtuale?

Un professore della Meiji University in Giappone, Homei Miyashita, ha sviluppato il sintetizzatore Norimaki: una bacchetta leccabile che consente agli utenti di gustare vari sapori senza dover effettivamente consumare cibo. Presentato in questo trimestre, il dispositivo ha cinque noduli di gel fatti di elettroliti che emettono le cinque principali sensazioni gustative: salato, acido, amaro, dolce e umami. Quando l’asta simile al sushi (dal nome del rotolo norimaki) viene accesa, fornisce quantità controllate di ciascun gel/gusto alla lingua, per simulare sapori specifici. Un giorno, in tutto il mondo, gli spuntini insensati saranno sostituiti da un’insensata (forse più salutare) leccatura del sintetizzatore Norimaki? Chissà! Forse questa innovazione è troppo strana e selvaggia per essere mai adottata dal mainstream. O… forse no, perché il sintetizzatore Norimaki riflette un grande cambiamento che chiamiamo LAB RATS. Il bisogno umano di una buona salute è diventato così forte che i consumatori stanno abbracciando e sperimentando tipi totalmente nuovi, a volte estremi, di soluzioni per il benessere. Questa tendenza è diventata solo più pronunciata durante il COVID-19, in particolare in Asia. Ad esempio, una sfilza di nuove alternative vegane reinventa ciò che possono essere uova, spam e persino il pollo fritto. Questo è anche il continente in cui si stanno diffondendo nuovi concetti di benessere, come distributori automatici di bevande superfood personalizzati e prodotti per la cura della pelle personalizzati ogni giorno. Naturalmente, questo non sta accadendo solo in Asia. E questo cambiamento non è riservato esclusivamente ai marchi incentrati sulla salute. Viviamo in un’epoca in cui i marchi commerciali cercano di attingere alla crescente volontà dei consumatori di esplorare e sperimentare il benessere direttamente a casa loro. Rimani in salute, usa il cervello più che la lingua. Un saluto da TG