Arte

Giornata Mondiale del Disegno, apre al pubblico 141 – Un secolo di disegno in Italia

Domani, martedì 27 aprile, in occasione della Giornata Mondiale del Disegno, apre al pubblico 141 – Un secolo di disegno in Italia, una grande mostra antologica della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, che indaga le evoluzioni del disegno in cento anni di arte italiana con opere su carta di 141 artisti straordinari, figure di spicco dei principali movimenti e delle più innovative tendenze del XX secolo: dal Futurismo alla Metafisica, dall’Informale alla Nuova Figurazione passando per la Pop Art, dall’Arte povera al Concettuale. L’esposizione, curata da Maura Pozzati e Claudio Musso, sarà visitabile fino al 24 giugno nelle sale espositive della Fondazione del Monte, in Via Donzelle 2 a Bologna. L’ingresso è gratuito previa prenotazione sul sito della Fondazione.

Barbara Silbe a Radio Atlanta Milano per parlare di fotografia ed editoria

Mercoledì 21 aprile, dalle ore 18 alle ore 19,30, in diretta da Radio Atlanta Milano www.radioatlanta.it abbiamo trasmesso la terza parte di: “Anno 2021: dove va la fotografia?”. In questa puntata abbiamo parlato dell’editoria fotografica in tutte le sue forme, compreso il self publishing e il crowdfunding. In studio con noi avremo Barbara Silbe, ecco una sua presentazione. Barbara Silbe è giornalista, curatrice, photo editor e a sua volta fotografa. Co-fondatrice e direttore responsabile della rivista di cultura fotografica EyesOpen! Magazine, scrive di cultura, fotografia, tecnologia e turismo anche per il quotidiano Il Giornale, per il mensile Il Fotografo e per diverse altre testate (Il Domani, Arbiter, Style, Auto Italiana, Espansione, Digitalic…). Collabora con le reti Mediaset, per un approfondimento dedicato alla fotografia che va in onda periodicamente dopo il tg Studio Aperto nella fascia oraria serale. Critica, curatrice e esperta di editing editoriale, Barbara è un punto di riferimento del settore grazie alla sua esperienza, ma anche alla sua capacità di leggere ogni evoluzione della fotografia. I suoi lavori fotografici (prevalentemente ritratti e reportage di viaggio), seguono lo stesso percorso e, talvolta, fanno qualche deviazione. Ha ideato e curato l’asta benefica “La fotografia diventa nobile”, che ha visti coinvolti 178 autori per una raccolta fondi eccezionale andata interamente a favore di Fondazione per la Ricerca sulla Fibrosi Cistica Onlus. Ha curato molti eventi di fotografia, oltre a rassegne monografiche e collettive, come “Unica Bari” https://unicabari.it/ da un progetto di Visual Crew con gli autori Alessandro Abrusci, Antonio Amendola e Marco Sacco; o “Behind Three Stars” a Officine Fotografiche Milano, progetto di Angelo Ferrillo e Sara Rossatelli che vede coinvolti i ristoranti italiani insigniti delle tanto desiderate tre Stelle Michelin. E’ sua l’ideazione della manifestazione dal titolo “Il Giornale per i giovani talenti milanesi”, ciclo di mostre monografiche dedicate ai fotografi emergenti di Istituto Italiano di Fotografia in collaborazione con il quotidiano Il Giornale, ospitata negli spazi della testata che affacciano su Galleria Meravigli a Milano. In collaborazione con Bottega Immagine Milano, ha ideato il ciclo di incontri dal titolo “Dialoghi d’Autore” che ha visto ospiti molti grandi nome della fotografia da lei intervistati nel corso di ogni […]

Benedetta Donato sarà prossimamente con noi per parlare di fotografia ed editoria

Come ormai d’abitudine, Vi presentiamo in una breve scheda biografica/professionale uno dei nostri ospiti che interverrà in diretta,  il giorno mercoledì 21 aprile 2021, in una trasmissione radiofonica di Tony Graffio. Formatasi tra Roma e Parigi, Benedetta Donato è curatrice e critica indipendente di fotografia contemporanea. Si occupa di progetti espositivi ed editoriali in ambito di cultura visiva. Collabora con diversi fotografi e realtà, quali: case editrici, fondazioni, musei e gallerie d’arte. Nel 2010 viene inserita all’interno della lista dei Consulenti Esperti dell’Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione del MiC – Ministero della Cultura. Dal 2012 è membro di Progetto Donne e Futuro, per cui rappresenta la sezione Donne e Arte. Per Giart – società di produzione che ha ideato la serie di film Fotografia Italiana, distribuita da Contrasto – ha curato diverse mostre e pubblicazioni editoriali del fotografo Maurizio Galimberti, fra cui: Paesaggio Italia (Marsilio, 2013), Portraits (Silvana Editoriale, 2016), ROMA55 (Silvana Editoriale 2016). Tra le ultime mostre ideate e curate, si ricordano: #18ESPLORAZIONI -Église, centro per la cultura visiva in occasione di Palermo Capitale Italiana della Cultura 2018. La Rivelazione Umana esposta presso il Photolux Festival 2019, prima retrospettiva dedicata a Romano Cagnoni, fotoreporter italiano di fama internazionale, scomparso nel gennaio 2018. Fra le principali pubblicazioni curate: Shoot4Change, 100” click 4 Change (2011), Francesco Faraci, Malacarne (Crowdbooks 2016), Angelo Ferrillo, 258MINUTES (Crowdbooks 2018), ISP – Italian Street Photography, La Fotografia di Strada in Italia, Volumi I e II (2016, 2017), Giuseppe Mastromatteo Humanscape, (Silvana Editoriale 2018), Nicola Tanzini TokyoTsukiji (Contrasto 2018), Alberto Gandolfo, Quello che resta (Silvana Editoriale 2019), Adriano Nicoletti, Approdo (SP Limited Edition 2020). Per l’Istituto dell’Enciclopedia Treccani, ha collaborato alla sezione Fotografia Giapponese Contemporanea destinata all’opera “Enciclopedia dell’Arte Contemporanea” in pubblicazione nell’anno 2021. Lettore di portfolio e membro di giuria in manifestazioni di settore nazionali ed internazionali, è contributing editor per la rivista di settore IL FOTOGRAFO (Gruppo Sprea Editori). Presidente di pianoBI. È membro del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Romano Cagnoni e Direttore del Romano Cagnoni Award (RCA), premio internazionale di fotogiornalismo. Vive e lavora tra Genova e Nizza.

Opere di Kenjiro Azuma e 21 alberi di ciliegio per il giardino Zen di piazza Piola

Il progetto di riqualificazione del giardino Zen presente in piazza Piola intitolato il 25 settembre 2020 all’attrice, regista e drammaturga Teresa Pomodoro, scomparsa nel 2008, è diventato realtà. Dopo cinquanta giorni di lavori, i ventuno ciliegi in fiore e le sculture del giapponese Kenjiro Azuma sono oggi l’attrazione di questo speciale spazio verde, voluto e offerto alla città dal Teatro No’hma di via Orcagna, e dedicato a una cittadina milanese protagonista tra le più importanti della scena teatrale nazionale e internazionale. Domenica 18 aprile alle ore 17 si è tenuta l’inaugurazione di questo spazio urbano trasformato, restituito a Milano libero e senza confini proprio come lo spirito che da sempre anima il cartellone delle stagioni del Teatro No’hma. Il suono di un gong ha dato inizio alla performance del teatro ed ha coinvolto artisti e ballerini, oltre a un dj set, per diversi momenti di musica elettronica e contemporanea e danza classica e butoh. La riqualificazione del Giardino Teresa Pomodoro è espressione del forte legame dello Spazio Teatro No’hma con il territorio urbano di cui fa parte. Allo stesso tempo è il risultato di una collaborazione proficua, prodotto di una felice osmosi tra realtà culturale e artistica e impegno istituzionale, scaturita in una preziosa opera di disseminazione sul territorio.   Il Giardino Zen Teresa Pomodoro vuole essere non solo uno spazio ma anche un progetto condiviso. Per questo motivo è stata attivata una campagna di raccolta fondi per coinvolgere i cittadini e creare così uno spazio di tutti, per tutti. L’inaugurazione del Giardino Teresa Pomodoro rientra nel calendario delle iniziative di Milano Design City (12/18 aprile 2021). Le opere donate alla città Con la riqualificazione del Giardino Zen Teresa Pomodoro, lo Spazio Teatro No’hma ha donato alla città una installazione inedita dell’artista giapponese Kenjiro Azuma, scomparso nel 2016. L’opera è formata da cinque gradoni cilindrici di diverse altezze e accoglie Colloquio, la scultura che rappresenta due rospi in bronzo sorpresi in una conversazione, e MU – 765 Goccia. “La prima opera nasce dal profondo rapporto di amicizia che ha legato Kengiro Azuma a Teresa Pomodoro. I loro colloqui negli anni hanno arricchito la loro […]

Yuval Avital – Etere. Dall’8 aprile al 26 giugno 2021

Come racconta la curatrice Annette Hofmann: “La prima mostra personale di Yuval Avital in Building invita il visitatore a partecipare a un viaggio dentro la narrazione multidisciplinare dell’artista. Nel cuore della pratica di Yuval Avital si situa il momento presente, inteso in senso assoluto, e incentrato sull’esplorazione dei concetti di identità/subconscio, oscurità/luce e amore/desiderio. Ciascun lavoro riflette le qualità formali e materiche di una coscienza e di un’esperienza comuni, le quali originano un cerchio magico non solo dentro l’architettura unica di Building, ma anche all’interno della propria narrativa. Tutte le opere descrivono un’impellente ricerca di verità che porta il visitatore a confrontarsi con il proprio momento presente”. Yuval Avital è conosciuto per le sue grandi installazioni e per la creazione di complesse opere multimediali che sfidano le tradizionali categorie che separano le arti. Avvicinandosi anche alle pratiche dell’arte partecipativa, la sua ricerca comprende l’utilizzo di pittura, scultura, performance, video e fotografia, spesso in dialogo e connubio con la componente sonora. Il progetto di mostra E T E R E, così come tutte le opere su larga scala di Avital, si configura come un ambiente immersivo e totalizzante nel quale confluiscono linguaggi e strumenti espressivi differenti che spaziano dalle tecniche più tradizionali, fino a quelle più innovative e interdisciplinari come le creazioni “icono-sonore”, così definite dall’artista sin dall’inizio della sua ricerca. L’incipit della mostra di Avital è la fiaba Il Cuore e la Fonte tratta dal Racconto dei sette mendicanti del Rabbino Nachman di Breslav1 di cui E T E R E è una trasposizione metaforica, dinamica e sensoriale che si snoda in un percorso espositivo articolato. Nel racconto del Rabbino Nachman, il mondo possiede un Cuore che arde di desiderio per la Fonte d’acqua che si trova all’altra estremità del creato. Anche la Fonte brama il Cuore, ma vivono lontani nel tempo e nello spazio senza possibilità di raggiungersi e senza smettere di desiderarsi. Ma, prima che il giorno finisca e che la Fonte si prosciughi e che, di conseguenza, il Cuore si spenga nel suo dolore mettendo fine anche alla vita del mondo, l’Uomo Giusto regala un nuovo giorno al Cuore, e il Cuore alla Fonte, così che possano rinascere insieme. Come il Cuore del Mondo nella fiaba, l’Uomo […]

Mediterranea, la Biennale dei Giovani per la prima volta a San Marino

La Biennale del Mediterraneo, organizzata da BJCEM – Biennale des Jeunes Créateurs de l’Europe et de la Méditerranée, presenterà le opere di oltre 70 artisti provenienti da 21 nazioni diverse, per la prima volta ospitate dalla Repubblica di San Marino. Il titolo scelto per la diciannovesima edizione è School of Waters, immaginando la Biennale come una piattaforma collettiva capace di decostruire stereotipi legati all’interpretazione eurocentrica dell’area mediterranea. Dal 15 maggio al 31 ottobre 2021, la Repubblica di San Marino ospiterà Mediterranea 19, la Biennale dei Giovani artisti dell’Europa e del Mediterraneo, promossa e organizzata da BJCEM – Biennale des Jeunes Créateurs de l’Europe et de la Méditerranée, Associazione Internazionale con 47 membri e partner da 16 paesi dell’Europa e del Mediterraneo, in collaborazione con la Segreteria di Stato alla Cultura della Repubblica di San Marino, gli Istituti Culturali e l’Università degli Studi della Repubblica di San Marino. La storia della Biennale ha avuto inizio nel 1985 a Barcellona e nel corso di diciotto edizioni è stata accolta da città quali Marsiglia, Valencia, Lisbona, Sarajevo e Atene. La più recente edizione si è tenuta in Albania, a Tirana e Durazzo. Tra le istituzioni che l’hanno ospitata si ricordano anche il MACRO di Roma, il Nottingham Contemporary in Inghilterra o il Museo d’Arte Contemporanea di Salonicco in Grecia. “È un vero onore per la Repubblica di San Marino – afferma Andrea Belluzzi, Segretario di Stato per l’Istruzione e la Cultura della Repubblica di San Marino – poter ospitare un importante manifestazione internazionale a carattere itinerante quale la Biennale dei Giovani Artisti dell’Europa e del Mediterraneo. Dopo oltre 50 anni il nostro territorio, da quando tra il ’56 e il ’67 organizzava la Biennale internazionale d’arte, tornerà ad essere al centro della scena culturale. È necessario incoraggiare la produzione culturale dei giovani artisti, favorire e sviluppare una dinamica culturale comune ai Paesi dell’Europa e del Mediterraneo”. “Mediterranea 19 – prosegue Andrea Belluzzi – mette in rapporto fra loro i due maggiori orizzonti ideali di costruzione del nostro futuro politico: il progetto europeista e la sua evoluzione nel Mar Mediterraneo. E lo fa con il linguaggio universale dell’arte, […]

Altered Light, mostra d’arte olografica in New Mexico

Un articolo di Tony Graffio L’olografia, non confondiamoci con l’oleografia che è un procedimento di stampa della seconda metà dell’Ottocento, è una tecnica rivoluzionaria molto recente che possiamo attuare grazie all’introduzione del laser, dagli anni ’60 in poi. Come lascia intendere il suffisso di origine greca, ὅλος, ὁλο: tutto; l’olografia è una scrittura con la luce coerente che è in grado di registrare ogni singolo punto di un oggetto ripreso nella sua interezza e questo permette di riprodurre poi ciò che è stato oggetto della nostra attenzione in maniera pressoché totale, da più punti di vista. Non attraverso l’elaborazione di una visione tridimensionale, ma come una vera copia virtuale in 3 D. Il gioco di parole non aiuta molto nella comprensione quanto potrebbe farlo il ritrovarsi davanti ad una lastra olografica riportante un oggetto al suo interno, o anche al suo esterno… Si tratta di una lastra, normalmente di vetro, trattata con una emulsione sensibile alla luce di grandissima definizione, molto oltre le 900 linee per millimetro, capace di registrare la luce coerente riflessa dal soggetto che proprio per l’incrociarsi di onde luminose dissonanti crea delle frange d’interferenza sulla lastra e più punti di vista dello stesso soggetto, in modo che cambiando il punto d’osservazione davanti alla lastra si riescono a scorgere dettagli del soggetto, proprio come se l’oggetto fosse reale. O meglio, l’oggetto è reale, solo che non ha consistenza fisica, o massa. Per vari motivi, si tratta di una tecnica molto complessa da realizzare, qualcosa di estremamente scientifico che forse può stupire di trovare in una mostra d’arte, proprio perché questo sistema sembrerebbe essere molto più vicino alla tecnica che alla fantasia, ma come spesso capita quando si attua con precisione un procedimento molto complicato, già ci ritroviamo nel mondo dell’arte. O per dirla con parole ancora più esplicite: quando la tecnica è perfetta il risultato è sicuramente artistico. L’aspetto artistico dell’olografia, va oltre la visone dell’artista, ma ha molto a che fare con la chimica e la fisica; di fatto l’olografia è una forma di fotografia tridimensionale e quando non esistono più emulsioni commerciali per “giocare”, molti artisti […]

I 100 dipinti che sconvolsero il mondo, il nuovo libro di Flavio Caroli

Giovedì 8 aprile 2021 verrà pubblicato il nuovo libro di Flavio Caroli edito da 24 Ore Cultura che ripercorre la storia dell’arte attraverso le opere pittoriche più iconiche di sempre, dal Crocifisso di Santa Croce di Cimabue fino ai capolavori delle avanguardie del Novecento. Il volume – che prosegue la collana di saggi d’arte illustrati inaugurata dal successo di “Le 100 mostre che sconvolsero il mondo” – guarda alla storia dell’arte da un punto di vista inconsueto: anziché soffermarsi sulla vita degli artisti o sui movimenti culturali, secondo gli approcci più abituali, sceglie invece di osservare e approfondire le singole opere. Con: “I 100 dipinti che sconvolsero il mondo”,  Flavio Caroli guida i lettori in un affascinante viaggio attraverso otto secoli, alla scoperta dei cento dipinti considerati più innovativi – nella forma e nei contenuti – che hanno cambiato per sempre il corso degli eventi fino ad influenzare i gusti attuali, tanto da diventare dei modelli di riferimento entrati ormai a far parte dell’immaginario collettivo. Dallo straordinario Compianto sul Cristo Morto di Giotto che segna il passaggio dall’astrazione di tradizione bizantina ad una volumetria più viva e concreta delle figure, fino ad arrivare alla celebre Marilyn di Andy Warhol, simbolo ed elogio del consumismo americano, il libro offre al lettore un racconto inedito che mette al centro la forza dell’opera d’arte, la sua capacità di suscitare emozioni e di dare corpo all’immaginario di un’epoca o di una civiltà. Di data in data, per ciascun capolavoro il libro ne approfondisce inoltre il contesto storico e sociale, mettendo in luce le peculiarità che l’hanno portato a segnare un significativo punto di svolta nella storia dell’arte. Le grandi stagioni della pittura scorrono così sotto gli occhi del lettore, in un approfondimento critico che si fonda sulla viva concretezza dei dipinti, dalla ricerca plastica e spaziale del Duecento, passando per la prospettiva rinascimentale e l’uso della pittura ad olio fiamminga, fino alle rivoluzioni linguistiche delle avanguardie tra Ottocento e Novecento, come il pointillisme presente nella maestosa tela di Seurat – Pomeriggio alla Grande Jatte – o il cubismo del celeberrimo Les Demoiselles d’Avignon di Picasso. E ancora, la sensualità atmosferica del colore nella Tempesta di Giorgione, la scoperta del reale nella Canestra di frutta di Caravaggio, la personificazione del sentimento rappresentata ne L’incubo di Füssli: ogni conquista di […]

Fabio Castelli: come la competenza e la passione per la grafica sono sfociate nell’interesse per la fotografia d’arte

Fabio Castelli, uno dei personaggi più importanti dell’ambiente dell’arte e della fotografia milanese, è l’ideatore e l’organizzatore della MIA Photo Fair, la fiera internazionale della fotografia artistica che ha visto la sua prima edizione nel 2011. Dopo dieci anni ci sono stati molti cambiamenti; per avere qualche notizia in anteprima abbiamo pensato di invitare il dottor Castelli alla nostra seconda puntata di: “Anno 2021, dove va la fotografia?”; un programma in diretta radiofonica dedicato alla fotografia contemporanea, in onda su www.radioatlanta.it il giorno 31 marzo dalle ore 18 alle 19,30. Vi riproponiamo una breve intervista a Fabio Castelli condotta da Tony Graffio nel 2016 Tony Graffio: Dottor Castelli, quando è nata in lei la passione per l’arte? Fabio Castelli: La mia storia di collezionista inizia da molto lontano e con delle evoluzioni molto precise che fanno parte della storia della mia vita. La mia passione per l’arte, in generale, nasce quando io avevo 20 anni ed è stata sempre parallela ad ogni attività in cui io sono stato imprenditore. L’arte per me è stata sempre molto importante e mi ha supportato dandomi l’energia anche per tutte le altre attività lavorative. TG: Di che  cosa si occupava prima di diventare il patron della MIA Photo Fair? Fabio Castelli: Avevo un’attività nel campo della siderurgia speciale e nel campo dell’informatica. Avevo delle aziende e svolgevo un’attività imprenditoriale.  La fiera MIA è nata 5 anni fa, in un momento di crisi in cui, se avessi dovuto scegliere a tavolino, sarebbe stata un’impresa molto improbabile. Penso che tutte le leggi della logica mi avrebbero impedito d’affrontare un’iniziativa così, come quella alla quale poi ho dato vita che poi è andata molto bene. Cosa che capita di solito quando ci si butta di slancio, di cuore con passione, senza pensarci ed alla fine sono andato molto bene. TG: Dott. Castelli, colleziona anche altre forme d’arte, oltre alla fotografia? Fabio Castelli: Sì, il mio interesse per l’arte s’intreccia in diverse collezioni, a vent’anni ho iniziato con l’arte contemporanea d’allora, di artisti giovanissimi che costavano molto poco, poi ho continuato con l’arte contemporanea. TG: Può farmi il nome di qualche […]

“Terre” dalla Collezione Olgiati in mostra a Lugano

27 marzo – 6 giugno 2021 Collezione Giancarlo e Danna Olgiati collezioneolgiati.ch La Collezione Giancarlo e Danna Olgiati riapre la stagione espositiva con un allestimento tematico dal titolo “Terre” dalla Collezione Olgiati. L’esposizione propone una selezione di ventidue opere di pittura e scultura che spaziano dagli anni Venti al presente, raccolte intorno al titolo “Terre” e accomunate da una dimensione “materica”. I quattordici artisti presenti in mostra – di epoche diverse e di varia origine geografica – indagano con straordinaria varietà di esiti le qualità espressive della materia: dalla pittura dominata dai colori della terra di Zoran Mušič, alle ricerche informali di ambito italiano ed europeo, fino ai materiali “cosmici” di Enrico Prampolini, Eliseo Mattiacci e Anselm Kiefer. La mostra presenta un importante nucleo di opere di cui molte mai esposte in precedenza, offrendo uno sguardo inedito sulla Collezione Giancarlo e Danna Olgiati nel suo complesso, in termini di scelte artistiche e di visione d’insieme. Il progetto espositivo prende le mosse da un significativo gruppo di cinque dipinti del pittore e artista grafico di origini slovene Zoran Mušič (Gorizia, 1909 – Venezia, 2005): Paesaggio senese (1953), Enclos primitif (E3) (1960), Motif végétal (1972), Terre d’Istria (1957) e Terre dalmate (1959). Sono opere che testimoniano la stagione creativa che segue il trasferimento dell’artista a Parigi nel 1953, quando la sua produzione pittorica si avvicina al linguaggio dell’informale francese. Attraverso una pittura di motivi organici dalle tonalità aride che spesso sconfina oltre il figurativo, Mušič racconta un universo intimo e personale, in cui riaffiora il ricordo delle terre dell’infanzia e del vissuto dell’artista. Nella stessa sala dialogano importanti opere di tre maestri del Novecento italiano, Alberto Burri (Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995), Leoncillo (Leoncillo Leonardi, Spoleto, 1915 – Roma, 1968) ed Emilio Vedova (Venezia, 1919 – 2006). Protagonisti della stagione informale, ci introducono ad una poetica fondata sul valore intrinseco della materia ridotta al suo stato primordiale. Interrogandosi sulla possibilità di rappresentare un mondo devastato a seguito della distruzione operata dai conflitti mondiali, questi autori danno vita a una ricerca che si libera dal controllo ideale e razionale dell’immagine in favore dell’espressività degli elementi (sacchi di juta, ferro, legno o plastica) e la terra nella sua sostanza friabile e grumosa. […]