Nelle ultime settimane abbiamo assistito ad un progressivo espandersi delle proteste degli agricoltori in vari paesi d’Europa: dalla Germania alla Francia, dalla Polonia alla Romania, mentre in Italia si preferisce non manifestare alcun dissenso contro le politiche agricole europee; ma cosa sta realmente accadendo? Per quali ragioni gli agricoltori hanno bloccato le strade intorno a Tolosa? A Berlino, nel cuore della capitale tedesca? O altrove?Questa situazione in parte è causata dai vincoli imposti dalla transizione ecologica alla produzione agricola che finisce per mettersi in concorrenza con stati non soggetti alle stringenti normative europee. Riduzione dei pesticidi, eliminazione del vantaggio fiscale sul diesel non stradale, trattative difficili con i produttori. Le richieste dei contadini sono diverse, ma condividono lo stesso malessere. Quello di non poter più vivere del proprio lavoro, per questo si oppongono ai piani di austerità dei vari governi che hanno previsto forti tagli ai sussidi che erano stati concessi a questo settore primario dell’economia che contribuisce materialmente al sostentamento delle popolazioni. E’ assurdo doverlo ricordare, ma: “Se muore il contadino muore il paese”. Chi nutrirà la Germania, la Francia o l’Italia quando chi lavora la terra e alleva gli animali da latte e da macello non troverà più conveniente occuparsi di queste attività, o sarà troppo stanco e demotivato per farlo? Gli agricoltori francesi sono stati scossi dagli eventi meteorologici estremi, dall’aumento dei costi di produzione e dalle conseguenze commerciali della guerra in Ucraina. Migliaia di agricoltori rumeni hanno ripreso la mobilitazione contro il costo del carburante, il prezzo delle assicurazioni e le norme ambientali, riferisce la Reuters. All’inizio di gennaio gli agricoltori polacchi hanno bloccato l’importazione di cereali al confine con l’Ucraina. Le motivazioni precise variano a seconda dei paesi, alcuni vedono in questa serie di manifestazioni l’espressione di una “esasperazione” globale degli agricoltori europei. Secondo le parole di Christiane Lambert, oggi presidente del Comitato delle organizzazioni professionali, all’AFP dell’Unione Europea: “C’è un surriscaldamento normativo, la Commissione europea vuole approvare i testi in vigore prima delle prossime elezioni europee”, denuncia l’ex capo della FNSEA, il principale sindacato agricolo francese. “Non tutti gli agricoltori europei hanno gli stessi problemi, ma hanno in comune […]